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Il mercato dei prodotti per fumatori adulti si è notevolmente evoluto e diversificato nel corso degli ultimi anni, in special modo da quando sono state immesse in commercio le prime sigarette elettroniche nei primi anni Duemila. Da allora, l’industria del tabacco ha sviluppato svariati prodotti per offrire ad una crescente platea di consumatori un ventaglio di opzioni sempre più ampio, che possono essere raggruppate in due tipologie principali: sigarette elettroniche (e-cig) e riscaldatori di tabacco (THP). Si tratta di due dispositivi molto diversi tra loro, sia per il principio di base del rispettivo funzionamento sia per la tecnologia adoperata. Ciò nonostante, spesso i due prodotti vengono confusi o considerati alla stregua di due ‘versioni’ dello stesso dispositivo. In realtà, non è così: in questo articolo vediamo quali sono le differenze che intercorrono tra un THP e una sigaretta elettronica.
THP è l’acronimo di Tobacco Heating Product, ed è diffusamente utilizzato anche in ambito commerciale per identificare i dispositivi riscaldatori di tabacco, ai quali si è soliti far riferimento anche con l’acronimo, HTP, che sta per “Heated Tobacco product” (prodotto a tabacco riscaldato). Non di rado vengono però adoperate anche definizioni improprie come, ad esempio, “sigaretta con tabacco riscaldato” che possono risultare fuorvianti. I THP, infatti, sono dispositivi elettronici, il cui funzionamento si basa su principi differenti sia alle sigarette tradizionali che alle e-cig.
Nello specifico, si tratta di dispositivi che scaldano il tabacco (sotto forma di miscela ‘neutra’ oppure aromatizzata con fragranze di vario tipo); la peculiarità dei THP è rappresentata dal fatto che, pur sfruttando tecnologie diverse, sviluppano temperature simili, che restano sempre al di sotto della soglia dei 300°. In tal modo, non si innesca la combustione del tabacco (per la quale occorrono temperature più elevate); nelle sigarette comuni, invece, il tabacco viene bruciato (assieme al rivestimento esterno in carta), producendo cenere, fumo dall’odore persistente e sprigionando numerose sostanze tossiche e cancerogene in considerevoli quantità.
Per quanto riguarda i sistemi di riscaldamento, è possibile distinguere tra i dispositivi che utilizzano una fonte elettrica e quelli che impiegano un mezzo di conduzione quali aerosol o carbone. Nella prima categoria rientrano sia i THP a riscaldamento resistivo sia quelli che sfruttano una tecnologia a induzione, come i dispositivi a tabacco riscaldato di glo™, in grado di scaldare uno stick di tabacco fino a 270° per mezzo di una tecnologia brevettata (Induction Heating Technology) che sfrutta una bobina avvolta attorno alla camera di riscaldamento.
Nonostante sia nota comunemente come “sigaretta elettronica”, la e-cig ha ben poco in comune con le tradizionali sigarette. I dispositivi di questo tipo, infatti, non contengono tabacco e funzionano in maniera molto diversa rispetto ai THP.
Le e-cig sono vaporizzatori (non a caso, il loro utilizzo viene denominato ‘svapo’); essi sono dotati di un atomizzatore interno, alimentato da una batteria, che viene azionato da un apposito sensore. Quando l’utilizzatore inspira dal boccaglio, questi attiva la batteria che, a sua volta, accende il vaporizzatore. Il dispositivo quindi scalda una soluzione a base di acqua, alla quale vengono aggiunti nicotina, aromi e altre sostanze (glicerolo o glicole propilenico, che fungono da vettore per le fragranze). Il risultato è un aerosol aromatizzato, che può contenere anche nicotina, dal colore bianco opaco. In tal modo, una e-cig (soprattutto quelle di tipo “penlike”) tenta di riprodurre nella maniera più fedele possibile la fumata di una sigaretta tradizionale, senza però fare ricorso al tabacco.
È importante sottolineare che sia i THP sia le e-cig vanno considerati come un’alternativa a prodotti tradizionali.
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